Cambiostagione

13/04/2020

Lunedì di Pasquetta, quarantena obbligatoria, forse si va alla fase due, forse si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel, o forse è solo uno dei tanti spiragli del tunnel che si affaccia un attimo all’aria aperta.

Intanto la primavera insiste, soffia il caldo Zeffiro e i giorni si allungano… è arrivato il momento del cambio stagione. In realtà il mio armadio contiene i vestiti di tutte e 4 le stagioni, quindi non mi resta che lavare i panni estivi, o tirarli fuori dai sottovuoto e rimpiazzarli nelle zone basse del guardaroba. Sembrerebbe Un’azione banale, ma che banale non è se solo ti fermi ad odorare quei pezzi di cotone che sanno d’estate, che profumano di altre primavere e che, col vapore del ferro da stiro, rivivono sulla tua pelle: la senti proprio quella tipica freschezza primaverile che ti avvolge quando passeggi in riva al lago o meglio ancora quando ti siedi in spiaggia a cercare di cogliere l’infinito nel finito…chiudo gli occhi e mi sovviene il ricordo del mare, del mio mare, stretto anch’esso tra due terre vicine, e ripenso alla mia casa, quella in cui sono cresciuto, in cui ho provato le prime grandi gioie ed i primi inesorabili dolori…e spero fortemente di tornare, perché prima o poi tutto ciò sarà trascorso, ma apro gli occhi e mi trovo dentro una bolla di vetro trasportata dal vento in luoghi lontani, intangibili

FakeVirus

Sabato 4 aprile 2020

Stamattina, durante la colazione sentivo dell’ultima notizia secondo cui il COVID-19 sarebbe frutto della nuova tecnologia 5G e ciò viene affermato basandosi su due studi, peraltro incompleti, e tralasciando i circa 30 mila articoli scientifici scritti intorno a questa nuova (per noi italiani s’intende) tecnologia. Il 5g, basata su onde elettromagnetiche più deboli delle attuali,  rappresenta un sistema innocuo per l’uomo in quanto trattasi di onde “non ionizzanti” (quindi non radioattive, non soggette cioè nemmeno al diabolus dell’effetto termico delle onde). Si tratta di uno dei classici sintomi della gravissima fase di “INFODEMIA” che  stiamo attraversando. Si tratta di uno strano fenomeno generato dalla libertà del web, in cui molti di noi che fino a ieri conoscevano a malapena gli effetti di un diuretico, arrivano ad improvvisarsi tuttologi/virologi/esperti complottisti, sfidando addirittura l’evidenza della confutazione di quanto affermano, e consapevoli di correre il rischio, come in questo caso, di suscitare con estrema probabilità una grassa risata anche da chi non ne capisce nulla.

Il problema è che il ragionamento della risata funziona con chi padroneggia l’uso della rete, chi invece è un ‘analfabeta’ del web, o si muove a malapena nella rete (e in Italia sono la maggioranza), rischia di cadere nel tranello ed arriva a prendere per verità assolute le stupidaggini di cui sopra. Qual è il rischio concreto in tutta sta faccenda? È semplice, si genera il CAOS, l’APOTEOSI DEL VACUO, insomma un gran casino. E non è tutto. La cosa ben più grave è che sovente questa

disinformazione viene attuata e veicolata da menti che ben conoscono gli effetti. Si attua molto spesso quella cosiddetta “macchina del fango” che tanto male fa alle nostre povere e vessate menti. Mi chiedo solo se sta gente qua la sera a casa propria dedica almeno un minuto a guardarsi allo specchio…

Il problema è ben più grave: riguarda le cosiddette fake news che, a seconda del loro uso vengono definite “macchina del fango”, “strumento di offensiva politica” quando non “pura azione terroristica”…ed è proprio su quest’ultima funzione che vorrei soffermarmi: cos’è il ‘terrorismo’ al giorno d’oggi? Perché è così indispensabile e onnipresente tra noi uomini? Ci hanno insegnato a catalogare sotto questa dicitura fatti di estremismo politico/religioso legati per esempio all’ISIS (giusto per citarne uno degli ultimi…prima c’erano i talebani)…ma nessuno si è mai posto fino in fondo, almeno finora, il problema delle fake news. La rete, quindi il principale e più efficiente canale di informazione (vista la rapidità di diffusione di una singola notizia) è il web.

Percezione del tempo durante la quarantena

venerdì 3 aprile 2020

Ho ormai perso il conto dei giorni di quarantena, quindi oggi vorrei fare alcune considerazioni proprio sul concetto di Tempo , nel bel mezzo di un momento “insolito” come questo.

Visto in senso lineare il tempo è una mera successione di momenti trascorsi, in fase di svolgimento e da trascorrere…è un concetto ormai talmente consolidato, che difficilmente ci fermiamo a rifletterci su. Il tempo oggettivo è il tempo della natura, cioè quel tempo che fa riferimento alle scienze fisiche e matematiche, le quali lo intendono come oggetto misurabile e calcolabile. Dunque, la scienza risponde alla domanda che cosa sia il tempo e lo misura attraverso un opportuno strumento che è l’orologio. Socrate affermava la NON-ESISTENZA del tempo, mentre Sant’Agostino afferma: “io misuro il sentirmi nell’esistenza presente, non le cose che passano affinché esso sorga“. Egli dunque riconosce lo stretto rapporto che sussiste tra il tempo e l’esserci (modo di essere dell’essere), ma non basta…Credo sia quella del filosofo tedesco Heidegger la teoria più affascinante. Secondo Heidegger il tempo (Zeit) non è tempo oggettivo della scienza, né tempo soggettivo della conoscenza, ma è tempo dell’esistenza, cioè il tempo è modalità dell’esserci dell’essere, è il modo non soltanto attraverso cui l’esserci conosce il mondo, ma sceglie di esistere nel mondo. Il tempo è la manifestazione del libero arbitrio umano, una sorta di mega-contenitore entro cui l’uomo pone la sua esistenza, esattamente nel modo in cui vuole che esista, eppure nello stesso momento in cui dico ciò mi rendo conto di quanto i condizionamenti sociali possano influire sul suo impiego.

La domanda è: come ci si sente in un momento così, in cui abbiamo una quantità eccessiva di tempo? In cui siamo effettivamente “padroni del nostro tempo”? Non abbiamo orari ma siamo talmente abituati ad averne che quasi soffriamo, e tutto perchè – forse – abbiamo timore di questa grande libertà. Così il tempo della nostra mente, non è più sincronizzato con il tempo del nostro corpo, progettiamo voli pindarici in una condizione di assoluta immobilità…Forse questo momento va sfruttato proprio per “darci” il tempo di riflettere su ciò è stato fatto finora (passato) per pianificare al meglio ciò che sarà (futuro).

Barlume di speranza?

Martedi 31 Marzo 2020

SIamo a 40 giorni di quarantena…nell’antichità questo termine serviva proprio ad indicare i 40 giorni di isolamento prescritti per i malati contagiosi, oggi lo usiamo in senso generico e la cosa fa rabbrividire, se ci pensi bene, perchè ti fa rendere conto che 40 giorni stavolta non sono bastati a risolvere l’emergenza. Il perchè è chiaro a tutti….se tutti proprio tutti avessimo rispettato le regole comuni, forse non ci troveremmo in questo stato…ad ogni modo, da due giorni le news ci lasciano intravedere barlumi di speranza con il calo dei contagiati anzi…dei ricoverati, già ma siamo sicuri che si tratta di notizie attendibili o è la solita azione manipolatrice della stampa???

Il problema che si pone riguarda cosa ci aspetta dopo? Il dopo sarà un lungo periodo caratterizzato da uno stile di vita molto diverso dal solito. Non torneranno così facilmente gli abbracci, dovremo portare le mascherine, e dovremo stare a distanza perché, è innegabile, questo è il virus della solitudine…allora, qual è il vero barlume di speranza? Che la solidarietà umana, seppur a distanza, riscaldi i nostri cuori, cancellando l’odio per il diverso, che stava nuovamente affiorando nella nostra società

Urbi et Orbi

Venerdi 26 Marzo 2020

Sono le 18.33 e tutti, fedeli cristiani e non, siamo stati invitati a ritrovarci insieme, in tutto il mondo, nella preghiera…ad un’unica voce…per implorare e chiedere la fine della pandemia. “Dopo questa ‘tempesta’, sarà come affrontare un dopoguerra, e dovremo farlo tutti insieme” , l’importanza di non mollare, l’importanza della fratellanza che accomuna tutti noi, le nostre anime, su questa terra, a prescindere dal diverso credo religioso! Messaggio importante, anzi importantissimo, perché quello della preghiera, a prescindere da quale Dio si preghi, è un momento di condivisione energetica di fondamentale importanza in momenti come questi.

Il contagio

Mercoledì 25 Marzo 2020

“Dai paesi che circondano Milano, giungono le notizie delle prime morti, ma solo dopo una visita sui luoghi della malattia, si stabilisce che si tratta di peste. Le autorità rimangono piuttosto indifferenti al problema, anche la popolazione rifiuta l’idea del contagio. Finalmente il 29 Novembre 1629 vengono prese misure per evitare il contagio. L’epidemia si diffonde, la gente rimane scettica e si scaglia contro i medici. Si moltiplicano le morti e diviene impossibile negare l’esistenza del morbo,si parla però di fabbri pestilenti ciò induce a trascurare i pericoli del contagio. I malati trasportati al lazzaretto si fanno sempre più numerosi; così si parla finalmente di peste, ma si diffonde al tempo stesso l’idea che all’origine del male non vi sia il contatto con gli ammalati, ma bensì quello con ungenti velenosi.”(da I Promessi Sposi capitolo XXXI)

Era il 1840-42 eppure i comportamenti non sono tanto diversi da quelli di oggi: diffidenza, negazione dell’evidenza, allontanamento dei pestilenti…già ma perché?

Domande su ciò che sarà

Martedi 24 Marzo 2020

Ritorno a scrivere dopo un paio di giorni trascorsi a lavorare per me, per la scuola, a giocare col mio pupo. Certo è ormai innegabile: stiamo scrivendo e vivendo pagine di storia del nostro secolo, memorabili, chiaramente in senso negativo.

Allora, chiudendo gli occhi, ieri sera,mi immaginavo il pupetto tra una quindicina di anni, quando, a scuola, avrà a che fare con lo studio dei fatti del 2020. Questo che, fino a qualche anno fa era l’anno in cui venivano ambientati i film fantascientifici che ci parlavano di un futuro molto diverso, che oggi è diventato un triste e non troppo diverso presente, tra 15 anni diventerà una data nel lontano passato, degna di nota soprattutto per colo che sono sopravvissuti all’ultima ondata di “pestilenza”. Triste no?

Nella fattispecie riflettevo su come ci analizzeranno tra 15-20 anni, magari sulla base di scoperte che verranno fatte e che saranno frutto di un’indagine approfondita sui danni e sulle cause di questa pandemia, ma anche sugli effetti “positivi” della stessa. Già, è lecito parlare di effetti positivi di una pandemia? Può, una simile piaga, avere un risvolto della medaglia? Sinceramente, la risposta impulsiva sarebbe “ASSOLUTAMENTE NO”, ma a ben pensarci, come tutto ciò che è avvenuto nella storia del mondo, anche questa pandemia forse un senso ce l’ha. Già, ma quale? Forse è un chiaro avviso cosmico riguardante la “pessima” condotta dell’uomo riguardo al pianeta in cui è ospitato? Forse il motore immobile, il kosmos, chiamato anche Dio, vuol farci capire che dobbiamo veramente imprimere un cambiamento di carattere globale in tutte le sfere che ci riguardano, cioè il sociale, la politica, l’E-C-O-N-O-M-I-A, la F-I-N-A-N-Z-A, l’ecologia? Attualmente sono domande a cui non saprei dare una risposta…chi vivrà vedrà

Il rispetto delle regole…

sabato 21 Marzo 2020

Stamattina a colazione, navigando in internet, mi sono imbattutto in uno dei tantissimi video che girano in rete…solo che stavolta non aveva l’hashtag #iorestoacasa, ne aveva un altro #iomenefregodelleregole: riprendeva una specie di litigio molto concitato tra un volante dei carabinieri (FORZE DELL’ORDINE) ed un bulletto che, insieme alla ragazza ed ai suoi sottomessi, passeggiava tranquillamente in uno dei parchi milanesi in pieno “stato di quarantena da COVID-19”. Più lo guardavo, più, da genitore, dentro di me cresceva una forte indignazione per il significato intrinseco di quel gesto di sfida lanciato da quel “poco più che ragazzino”. L’agente davanti a lui continuava ad invitarlo a salire in auto – senza manette ovviamente – e lui, non solo si rifiutava, anzi alzando la voce quasi lo intimava a desistere dal suo compito istituzionale. Che fine ha fatto il nostro senso civico? Il rispetto per le regole, ossia l’unico sistema in grado di garantire i nostri diritti all’interno di una società?

Il filosofo illuminista Emmanuel Kant, in tempi ben più sospetti di questo, sosteneva che la libertà non consistesse nel fare tutto senza regole ma al contrario avere la determinazione di agire nel rispetto delle condizioni morali riconosciute. È libero chi non distrugge le regole di convivenza che permettono a tutti di vivere. È libero chi persegue i propri obiettivi e coltiva le proprie passioni senza cedere ai compromessi immorali che lo rinchiuderebbero in una gabbia di vizi e malcostume. È libero chi conosce i propri limiti e valorizza le sue virtù, chi sa che essere liberi è faticoso ma impagabile. Penso che dovremmo imparare il rispetto sin dai primi passi in famiglia…oggi più che mai è urgente farlo

Una tristissima notizia.

giovedi 19 Marzo 2020

Purtroppo il cerchio magico in cui aveva la sensazione di stare si è spezzato, andato in frantumi, con un messaggio appena arrivato su uno dei miei gruppi di amici/compagni di viaggio/colleghi di Whatsapp. Il messaggio diceva “Carissimi, non so nemmeno come scriverlo , purtroppo Ettore (nome di fantasia) è venuto a mancare”…non aveva 60 anni.

Chi è Ettore? e’ una persona a me molto cara, con la quale ho condiviso, non più di 5 anni fa, un percorso spirituale molto intenso, durante un momento non molto bello della mia vita. Ci accomunava la passione, la pratica e lo studio della filosofia Taoista e della bioenergetica, che svolgevamo all’interno di una scuola di naturopatia di Parma, lui era docente e il vice di colui che aveva aperto la Scuola. In questo percorso durato solo due anni (poichè per vicissitudini di vario tipo ho dovuto allontanarmi da Parma), Ettore è stato il mio mentore personale, colui che riusciva, nei nostri incontri, a darmi la forza di affrontare il mio momento buio. Aveva sempre una buona parola, anzi di più, riusciva a dire la frase giusta nel momento giusto, ed a conferirmi con il suo tocco “shen” (così si chiamava la nostra pratica di massaggio energetico) la giusta energia per riequilibrare il mio animo. Ettore è stato ben più che un docente, Ettore era un Maestro, che con il suo entusiasmo e la sua perizia era riuscito a conferirmi le giuste basi di un massaggio in cui non era necessario solo l’utilizzo delle mani, ma serviva una connessione a livello del cuore.

Ettore non c’è più, solo pochi giorni fa avevo avuto notizia del suo ricovero per COVID-19, ma la situazione, seppur grave, sembrava sotto controllo…oggi questa atroce notizia.

Linea di confine

Mercoledì 18 Marzo 2020

Oggi, durante la mia consueta passeggiata con Artù, tenendo in tasca la immancabile autocertificazione, ho osservato in lontananza un posto di blocco della polizia locale, in corrispondenza della rotonda del Paese che di fatto divide come una linea di confine la zona dell’ospedale, assediato da ormai un centinaio di contagiati, e la via che ogni giorno percorro con il mio amico a 4 zampe…pensavo all’esistenza di un aldilà della rotonda, dove si combatte tra la vita e la morte, il ritmo vitale è assai mutato, il tempo per agire quasi non basta e un “aldiqua” (passami la licenza) in cui si respira un’atmosfera di forte sospensione, dove le ore non esistono più, esiste solo l’ennesimo giorno che segna l’ennesima tacca su un indefinito calendario di quarantena…

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