venerdì 3 aprile 2020
Ho ormai perso il conto dei giorni di quarantena, quindi oggi vorrei fare alcune considerazioni proprio sul concetto di Tempo , nel bel mezzo di un momento “insolito” come questo.
Visto in senso lineare il tempo è una mera successione di momenti trascorsi, in fase di svolgimento e da trascorrere…è un concetto ormai talmente consolidato, che difficilmente ci fermiamo a rifletterci su. Il tempo oggettivo è il tempo della natura, cioè quel tempo che fa riferimento alle scienze fisiche e matematiche, le quali lo intendono come oggetto misurabile e calcolabile. Dunque, la scienza risponde alla domanda che cosa sia il tempo e lo misura attraverso un opportuno strumento che è l’orologio. Socrate affermava la NON-ESISTENZA del tempo, mentre Sant’Agostino afferma: “io misuro il sentirmi nell’esistenza presente, non le cose che passano affinché esso sorga“. Egli dunque riconosce lo stretto rapporto che sussiste tra il tempo e l’esserci (modo di essere dell’essere), ma non basta…Credo sia quella del filosofo tedesco Heidegger la teoria più affascinante. Secondo Heidegger il tempo (Zeit) non è tempo oggettivo della scienza, né tempo soggettivo della conoscenza, ma è tempo dell’esistenza, cioè il tempo è modalità dell’esserci dell’essere, è il modo non soltanto attraverso cui l’esserci conosce il mondo, ma sceglie di esistere nel mondo. Il tempo è la manifestazione del libero arbitrio umano, una sorta di mega-contenitore entro cui l’uomo pone la sua esistenza, esattamente nel modo in cui vuole che esista, eppure nello stesso momento in cui dico ciò mi rendo conto di quanto i condizionamenti sociali possano influire sul suo impiego.
La domanda è: come ci si sente in un momento così, in cui abbiamo una quantità eccessiva di tempo? In cui siamo effettivamente “padroni del nostro tempo”? Non abbiamo orari ma siamo talmente abituati ad averne che quasi soffriamo, e tutto perchè – forse – abbiamo timore di questa grande libertà. Così il tempo della nostra mente, non è più sincronizzato con il tempo del nostro corpo, progettiamo voli pindarici in una condizione di assoluta immobilità…Forse questo momento va sfruttato proprio per “darci” il tempo di riflettere su ciò è stato fatto finora (passato) per pianificare al meglio ciò che sarà (futuro).