Solidarietà…"ingegnosa"

martedi 17 Marzo 2020

Oggi mentre sentivo il consueto “bollettino di guerra”, una notizia mi è balzata subito alle orecchie destando improvvisamente un sorriso sul mio volto: diverse aziende tessili piemontesi hanno deciso di dare il loro apporto materiale alla nostra ‘guerra’ in corso, riconvertendo parte della propria lavorazione che sarà destinata alla produzione di 15mila mascherine in tessuto-non tessuto che verranno date all’Unità di Crisi della Regione Piemonte per far fronte alla gravissima carenza di dispositivi di protezione individuali (tecnicamente si chiamano così le mascherine e i guanti che servono a proteggere soprattutto chi sta lavorando in 1°linea).

Questa notizia mi ha fatto riflettere su quanto sia importante trovare dentro ciascuno di noi la forza per andare avanti, per affrontare anche questo ‘nemico invisibile’, con i mezzi che già abbiamo e, laddove necessario, ingegnandoci a trovarne di nuovi e vincenti…

Il pezzo musicale di oggi, è forse di difficile ascolto, ma è un ottimo cibo per le orecchie…

Sancte Sebastiane

Lunedì 16 Marzo 2020

Anche le notizie di oggi continuano ad essere preoccupanti, l’epidemia si espande a macchia d’olio, e noi qui in Lombardia continuiamo ad essere il fulcro, il centro da cui tutto è partito…Amici e conoscenti in grado di farlo hanno lasciato le proprie case cittadine per rifugiarsi in campagna, proprio come ai tempi delle grandi epidemie della storia… È proprio in questi momenti, in cui lo sconforto ingurgita con prepotenza ogni piccolo barlume di speranza, che anche chi non si ritiene propriamente un modello ineccepibile di “fedele” sente il bisogno di chiudersi in preghiera come meglio sa. Ieri, in una insolita domenica di Quaresima, Papa Francesco ha fatto un gesto che non si vedeva ormai da quasi 70 anni: ha affidato il mondo alla protezione della Madre di Dio, “Salute dei malati”. Cito quanto ha riportato oggi il sito Vatican news “Un affidamento a Maria e alla Madonna del Divino Amore, “Salvezza del popolo romano”, che riporta la mente ad ore tragiche per i destini non solo di Roma”. Si riferisce all’11 giugno 1944, alla fine della seconda guerra mondiale, quando Papa Pio XII, chiese alla Madonna protezione e salvezza durate la ritirata delle truppe naziste. Non l’avanzata di un esercito, stavolta, ma la diffusione di un nemico nuovo, insidioso ed invisibile minaccia oggi il mondo. Allora voglio anche io rivolgere una preghiera come meglio so fare, cioè attraverso la musica, e la voglio rivolgere a San Sebastiano che da sempre è un riferimento per la protezione dalle epidemie. Si sa da secoli, anche nelle Fiandre del Quattrocento, come dimostra questa invocazione al Santo, scritta verosimilmente come supplica per scongiurare la diffusione di una epidemia di peste. 

https://youtu.be/SpL_YH50A20

“Tornare alla propria radice si chiama «quiete».” (Lao Tse)

https://www.repubblica.it/ambiente/2020/03/12/news/coronavirus_cala_lo_smog_sul_nord_italia-251064288/

Beh in effetti sarà poco consolatoria come notizia, ma almeno con questa triste situazione di fermo quasi mondiale forse imporremo una prima fermata alle polveri sottili che di solito abitano i nostri cieli… pensa che in Cina l’inquinamento si è ridotto addirittura del 30%!!! E se fosse vero che “nulla succede per caso, perché tutto ha un senso”, se ciò che sta avvenendo avesse un significato catartico, se dopo questa fine apparente fosse pronta una nuova rinascita, magari a partire da una maggiore attenzione al rapporto che n il nostro pianeta? Forse è banale ma l’unico modo per scoprirlo è vivendo questo momento.

Ricordo un antico detto cinese che lessi durante il mio percorso taoista che recitava così: “Pratica il non-fare, occupati del non occuparsi, assapora il senza sapore; considera grande il piccolo, molto il poco. Ricambia il risentimento con la virtù. Progetta il difficile dal suo facile; realizza il grande dal suo piccolo. Le imprese più difficili del mondo devono pur partire da ciò che è facile; le imprese più grandi del mondo devono pur partire dal piccolo.”

Approvvigionamento

Domenica 15 Marzo 2020

Oggi è stato il momento della spesa. Sveglia ore 8 e, con non poca preoccupazione, mi preparo per uscire…”dovrei essere felice?” -mi dico – eppure sono tutt’altro. Esco di casa per fare qualche centinaio di metri in auto, armato di mascherina e guanti usa e getta. Appena arrivato lo scenario è disarmante, si perché vederle in TV le file per entrare è una cosa, ben altra cosa è viverle… Brescia è diventata la provincia più infetta, e le misure sono sempre più estreme, devono esserlo. È il mio turno, sono dentro. L’atmosfera è terribilmente tesa, i rumori da supermarket totalmente assenti. Di solito, a fare la spesa andiamo tutti e tre ed è una piccola festa, l’allegria di L. sul carrello della spesa, i suoi canti, i suoi occhi stupìti davanti al banco della frutta…insomma oggi nulla di tutto questo: lista in mano, si corre tra gli scaffali con addosso una rumorosa sensazione di paura, quasi trattenendo il fiato. Pago in fretta e scappo fuori a prendere un sospiro profondo, liberatorio. E intanto la natura va avanti, il sole splende alto, l’aria immobile quasi se ne frega di tutto quel che accade. Andrà tutto bene…

2° Giornata Blowin'in the wind

sabato 14 marzo 2020 ore 8.45

Ho trascorso l’ennesima notte insonne, le preoccupazioni del momento non fanno bene al mio sonno, decido di alzarmi e portare fuori Artù, il mio figlio “peloso”, il vecchio trovatello che ormai è parte della nostra famiglia da tre anni. Il cielo è grigio, denso di cumulonembi che certo non preannunciano una giornata di primavera…In realtà manca ancora una settimana alla primavera…e c’è un vento gelido, che probabilmente mi ricorda che non è ancora giunto il momento di tornare a riprendere contatto con il mondo che ci circonda, che è ancora quarantena ed è meglio tornare a casa, al sicuro. Per quanto tempo ancora non potremo abbandonarci al vento di primavera? Quanto ancora durerà questo stato di quiete ingombrante? Come finirà tutto ciò? Con la mente piena di queste ed altre preoccupazioni torno su, apro la porta, ed ecco finalmente la luce che desideravo: mio figlio L., la piccola creatura che abbiamo dato al mondo grazie al miracolo della vita da appena un anno e mezzo, mi viene incontro gattonando ed agitando la palla gialla che teneva tra le mani, e mi grida “papaaaaaaa”. Prima di andare a giocare nella stanza azzurra dei giochi, voglio lasciarti con la traduzione del testo di una canzone ormai lontana, che parlava di guerra, ma che insistentemente oggi mi viene in mente…La nostra non è una guerra combattuta contro un nemico visibile, armato di cannoni, ma è pur sempre una “guerra”.

Se ne va nel vento (Bob Dylan)

Quante strade deve percorrere un uomo
prima di essere chiamato uomo?
E quanti mari deve superare una colomba bianca
prima che si addormenti sulla spiaggia?
E per quanto tempo dovranno volare le palle di cannone
prima che vengano bandite per sempre?
la risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento

Per quanto tempo un uomo deve guardare in alto
prima che riesca a vedere il cielo?
E quanti orecchie deve avere un uomo
prima che ascolti la gente piangere?
E quanti morti ci dovranno essere affinché lui sappia
che troppa gente è morta?
la risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento

Per quanti anni una montagna può esistere
prima che venga spazzata via dal mare?
E per quanti anni alcuni possono vivere
prima che sia concesso loro di essere liberi
E per quanto tempo può un uomo girare la sua testa
fingendo di non vedere
la risposta, amico mio, se ne va nel vento,
la risposta se ne va nel vento

1 Giornata “Scaramantico io? Nooo (ma non si sa mai)

Venerdì 13 Marzo 2020

Senza nemmeno farlo apposta mi ritrovo a scrivere la prima pagina di questo diario di venerdì 13 …Ti chiederai, beh? è un venerdì come tanti altri…non capisco. Qui entra il gioco la psicologia, l’antropologia culturale (quella scienza cioè che studia i comportamenti dell’uomo dal punto di vista dei rapporti con gli altri uomini) e penso alla famosissima affermazione “Non ci credo (ma non si sa mai)”. Già, perché le cosiddette “le superstizioni ci vengono insegnate fin da bambini – spiega Stuart Vyse, autore de “Believing in Magic: The Psychology of Superstition”, a LifeHacker – e fanno parte della tradizione popolare, svolgendo quindi un ruolo importante nel basilare processo di socializzazione”. In aggiunta a ciò, c’è poi il fatto che viviamo in un mondo in cui non è possibile riuscire sempre a controllare tutto e, di conseguenza, le superstizioni diventano una sorta di rassicurante meccanismo di controllo per ridurre l’ansia e fare in modo che tutto funzioni nel modo giusto, anche se proprio nel “modo giusto” non è che stia davvero funzionando, così. In realtà quella del venerdì 13 è una insolita combinazione di superstizioni, come potrete leggere nell’articolo di Focus che ho trovato sull’argomento…

Iniziamo…

In un momento come questo, di pura incertezza, sospensione, nel quale effettivamente nessuno può dire con giusto anticipo cosa potrà accadere tra una settimana o un giorno, credo che la scrittura possa essere un efficace “antidoto” per superare al meglio e con consapevolezza questa fase di oscurità della nostra storia di popolo e di individui, l’unico modo di affrontare un “nemico invisibile” che tanti danni lascerà alle sue spalle in ogni ambito della nostra esistenza quotidiana…ma è davvero tutto così buio? Ho colto l’occasione data dalla diffusione del COVID-19, uno strano virus sul quale non sappiamo ancora tanto, per creare quella che si può definire una nuova forma di “diario” attraverso cui esprimere, tutti i giorni, anche solo dieci minuti al giorno, le mie riflessioni, le mie paure e le strane sensazioni legate a questo momento con la speranza che, una volta espresse, possa aiutarmi a fare un po’ di luce. Il blog sarà il mio spazio quotidiano ma è anche rivolto a quanti, tra i miei alunni di 1A della Scuola Secondaria di 1°grado Alberti di Montichiari, volessero lasciare un commento…o una propria sensazione attraverso la scrittura.